Categoria: Musei di Vicenza

Rivivi la meraviglia delle Sale del Museo del gioiello attraverso i racconti dei suoi curatori e lasciati guidare in un viaggio originale e inedito nella storia del gioiello.

Una selezione di gioielli di inestimabile valore e completamente rinnovata, per il terzo biennio del Museo del Gioiello di Vicenza. 310 pezzi unici ed esclusivi, molti dei quali appartenenti a collezioni private, sono i protagonisti di un racconto originale e inedito della storia del gioiello attraverso un “mix di contemporaneità, suggestioni del passato e proiezioni nel futuro”.

10 i curatori di fama internazionale chiamati ad interpretare lo straordinario spazio espositivo situato all’interno della magnifica Basilica Palladiana.

Il Museo Diocesano Pietro Giacomo Nonis è tra i più giovani musei di Vicenza, situato nel “cuore sacro” della città, la piazza del Duomo, che raccoglie varie e suggestive architetture:

Promosso dal Vescovo Pietro G. Nonis e inaugurato dall’arcivescovo Cesare Nosiglia, è nato nel 2005: al suo interno sono alcune delle opere più preziose e significative del percorso storico, artistico e culturale della Chiesa vicentina.
Il Museo Diocesano gestisce anche gli accessi all’area Archeologica della Cattedrale.

Il Museo è allestito all’interno degli ampi spazi del Palazzo Vescovile, abbina un’architettura antica a un allestimento contemporaneo, raccoglie e racconta oltre duemila anni di arte sacra vicentina, offrendo un percorso storico e artistico diviso in aree tematiche che si sviluppa dall’età romana e paleocristiana fino all’età contemporanea. 

La struttura del museo occupa una superficie di 1390 m2articolata su quattro piani di cui fanno parte un’area interrata e il piano attico dell’edificio.

All’ingresso si trovano la reception, l’area informativa, ilbook-shop, il guardaroba, gli uffici Direzione e Segreteria, il Centro di Documentazione e Catalogo nonché le sale dedicate ai Santi Patroni, ai paramenti sacri, alle testimonianze del Primo cristianesimo al XIII secolo, della tradizione manoscritta.

Dal piano terra il visitatore può accedere al piano interrato dove trovano posto alcune donazioni -tra cui una caleidoscopica collezione di minerali lavorati in forma sferica- e dove sono visibili alcuni reperti di antica fatturaquali un canale di scolo di età romana e il basamento di una torre altomedievale.

Al primo piano, caratterizzato dalla presenza dell’ampio salone vescovile una cui porzione è riservata alle esposizioni temporanee, vi è una considerevole sezione di oreficeria sacra e quattro sale dedicate alla pittura di età moderna. Il percorso museale si conclude al piano attico dove trovano collocazione raccolte di arte religiosa e di etnografia, visitabili previa prenotazione presso la Segreteria del Museo.

l Museo del Risorgimento e della Resistenza è intimamente legato alla vita morale, culturale ed alle tradizioni della città e del suo territorio, per una serie di motivi ed argomenti che possono essere spiegati dal materiale conservato e dall’ubi­cazione stessa della sede museale.

L’Istituto raccoglie infatti memorie di eventi e di personaggi che appartengono alla storia d’Italia e che furono pro­tagonisti nelle vicende storiche della città. E ancora, sul colle Ambellicopoli dove sorge l’edificio di villa Guiccioli, attuale sede del Museo, si svolse l’eroica resistenza del 1848 che vide la popolazione vicentina, impegnata per la difesa della città, in unione con i volontari provenienti da varie regioni della penisola.

Le raccolte conservate dal Museo sono quanto mai varie ed interessanti e anche un breve elenco può dare veramente la misura di questa ricchezza; il nucleo principale della documentazione è infatti costituito da pubblicazioni a stampa, periodici, giornali, manoscritti, ritratti, quadri, stampe, diari, bandi e proclami, decreti, atti privati, monete, medaglie e decorazioni, carte geografiche civili e militari, armi bianche e da fuoco, bandiere, oggettistica militare di vario genere.

Materiali con i quali non è difficile individuare un filo storico conduttore: i documenti e i cimeli delle raccolte rappresentano infatti un’interessante testimonian­za degli avvenimenti vicentini e nazionali­ ed in qualche caso europei, delle vicende storiche che vanno dalla prima campagna d’Italia di Napoleone nel 1796 alla fine della Seconda Guerra Mondiale e alla lotta di liberazione (1945); si tratta di un secolo e mezzo di vicende che hanno trasformato più volte il volto politico, sociale, economico e morale d’Italia e d’Europa.

Museo naturalistico archeologico di Santa Corona a Vicenza, inaugurato nel 1991, ha sede nel convento e chiostri dell’ex convento dei Domenicani adiacente alla chiesa di Santa Corona, in pieno centro storico.

La parte storico-archeologica comprende resti di insediamenti del Paleolitico e del Neolitico. Un settore al piano terra è dedicato ai paleoveneti: vi è esposta in particolare la Stele di Isola Vicentina, con una delle rare iscrizioni in venetico, lamine votive in rame con cortei di uomini e donne e altri ex voto metallici di un santuario dei Paleoveneti, ritrovate negli anni 1960 durante gli scavi in piazzetta S. Giacomo a Vicenza.

Lungo il portico del cortile interno è collocata la vasta raccolta di lapidi, cippi, pietre miliari, sarcofaghi di pietra e monumenti della Vicetia romana, provenienti in particolare dalla zona cimiteriale che si estendeva presso la Basilica dei Santi Felice e Fortunato, nel cui cortile si conservano altri sepolcri ed è stato allestito un piccolo Antiquarium. La Basilica infatti sorge lungo la via Postumia alle porte della città. All’interno una sala è dedicata alle decorazioni marmoree e alle statue di Augusto e della dinastia giulio-claudia che ornavano il teatro romano detto Berga, di cui restano solo le fondazioni, coperte da altri edifici. Al piano terra vi sono resti di anfore, foto del criptoportico ritrovato in centro città nei pressi dell’attuale Duomo di Vicenza e alcuni resti di mosaici, tra cui il grande mosaico geometrico tardo-antico proveniente da una villa, con cinque tondi raffiguranti scene di caccia mitologiche, con Meleagro e il cinghiale Calidonio e al centro Bellerofonte a cavallo di Pegaso uccide la Chimera. Un tratto di pavimentazione romana è stato ricollocato nel cortile. Anche nei pressi della Chiesa di San Lorenzo è esposto un analogo pezzo di strada romana, perfettamente conservato. Altri resti di marmi e di cippi usati come pietra miliare in epoca romana sono esposti nel cortile della vicina Ca d’Oro, in Corso Palladio. 

Tra le collezioni private donate al Museo spicca quella di sculture romane del nobile vicentino e archeologo Girolamo Egidio di Velo (1792-1831), provenienti dagli scavi da lui effettuati nell’800 a Roma. Vi fu uno scambio di opere concordato con i Musei Vaticani in cambio del grande mosaico con atleti dalle Terme di Caracalla da lui rinvenuto. Si nota un resto di colonna colossale in porfido, resti di statue di divinità fluviali, un torso di satiro in riposo, copia da Prassitele, atleti, una ninfa su roccia di età ellenistica, divinità, oltre a due pregevoli ritratti, di cui uno attribuibile al periodo antonino, forse Faustina maggiore.

Ci sono infine le sale con i corredi funebri (crocette auree, pettini d’osso, fibbie, spade, armi e accessori) dei Longobardi.

Il sistema museale comunale comprende anche la vicina pinacoteca civica di palazzo Chiericati e il Museo del Risorgimento e della Resistenza a Monte Berico oltre all’adiacente Chiesa di Santa Corona.

Dal 1855 Palazzo Chiericati è la sede storica del Museo Civico, che conserva ed espone più di 35 mila opere tra dipinti, sculture, grafica, giocattoli e arti applicate dal XIII al XX secolo.

Il palazzo è stato progettato nel 1550 da Andrea Palladio per Girolamo Chiericati, ed è stato completato alla fine del secolo XVII. Il Comune di Vicenza lo acquisì nel 1839, con l’intenzione di raccogliervi le civiche collezioni d’arte. Restaurato e ampliato dagli architetti Berti e Miglioranza, il Museo civico fu inaugurato il 18 agosto del 1855.

All’interno del palazzo si possono ancora ammirare le importanti decorazioni ad affresco del XVI e XVII secolo realizzate da Brusasorzi, Zelotti, Menarola, Cittadella.
Il piano interrato, riaperto nell’ottobre 2012, ha riportato alla luce le fondamenta delle antiche “casette Chiericati” risalenti al XIV e XV secolo, oltre agli ambienti un tempo dedicati alla servitù come le cucine e le cantine, dove ancora oggi si vedono il camino, il pozzo, la scala delle botti e la roggia del Collo.
Al Museo civico di Palazzo Chiericati sono in corso importanti lavori di restauro e riallestimento, pertanto non tutte le opere sono esposte. 

Il percorso espositivo attualmente aperto al pubblico comprende opere dal medioevo al barocco.
Apre il percorso la grande sala con i sette lunettoni civici di Bassano, Maffei e Carpioni, dove si racconta il periodo d’oro della città tra ’500 e ’600, sotto il dominio della Serenissima. Si prosegue al primo piano tra le opere di Paolo Veneziano, Battista da Vicenza, Hans Memling e Bartolomeo Montagna, per arrivare al grandioso ambiente che restituisce la decorazione della distrutta chiesa di San Bartolomeo, con importanti pale d’altare tra le quali spiccano quelle di Montagna, Cima da Conegliano e Giovanni Bonconsiglio.

Al piano nobile sono raccolte le opere dei grandi maestri della pittura veneta del ’500: Bassano, Tintoretto, Veronese, oltre alle sculture di Sansovino, Vittoria e i cristalli di rocca di Valerio Belli. Seguono i capolavori del XVII secolo di Luca Giordano, Maffei, Della Vecchia e Carpioni.

Nelle tre stanze dei sottotetti dell’ala nord è visitabile il lascito del marchese Giuseppe Roi, costituito dalla sua personale raccolta di dipinti, disegni e incisioni dal XV al XX secolo, ambientata in un suggestivo allestimento di casa-museo.

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