Museo naturalistico archeologico di Santa Corona a Vicenza, inaugurato nel 1991, ha sede nel convento e chiostri dell’ex convento dei Domenicani adiacente alla chiesa di Santa Corona, in pieno centro storico.

La parte storico-archeologica comprende resti di insediamenti del Paleolitico e del Neolitico. Un settore al piano terra è dedicato ai paleoveneti: vi è esposta in particolare la Stele di Isola Vicentina, con una delle rare iscrizioni in venetico, lamine votive in rame con cortei di uomini e donne e altri ex voto metallici di un santuario dei Paleoveneti, ritrovate negli anni 1960 durante gli scavi in piazzetta S. Giacomo a Vicenza.

Lungo il portico del cortile interno è collocata la vasta raccolta di lapidi, cippi, pietre miliari, sarcofaghi di pietra e monumenti della Vicetia romana, provenienti in particolare dalla zona cimiteriale che si estendeva presso la Basilica dei Santi Felice e Fortunato, nel cui cortile si conservano altri sepolcri ed è stato allestito un piccolo Antiquarium. La Basilica infatti sorge lungo la via Postumia alle porte della città. All’interno una sala è dedicata alle decorazioni marmoree e alle statue di Augusto e della dinastia giulio-claudia che ornavano il teatro romano detto Berga, di cui restano solo le fondazioni, coperte da altri edifici. Al piano terra vi sono resti di anfore, foto del criptoportico ritrovato in centro città nei pressi dell’attuale Duomo di Vicenza e alcuni resti di mosaici, tra cui il grande mosaico geometrico tardo-antico proveniente da una villa, con cinque tondi raffiguranti scene di caccia mitologiche, con Meleagro e il cinghiale Calidonio e al centro Bellerofonte a cavallo di Pegaso uccide la Chimera. Un tratto di pavimentazione romana è stato ricollocato nel cortile. Anche nei pressi della Chiesa di San Lorenzo è esposto un analogo pezzo di strada romana, perfettamente conservato. Altri resti di marmi e di cippi usati come pietra miliare in epoca romana sono esposti nel cortile della vicina Ca d’Oro, in Corso Palladio. 

Tra le collezioni private donate al Museo spicca quella di sculture romane del nobile vicentino e archeologo Girolamo Egidio di Velo (1792-1831), provenienti dagli scavi da lui effettuati nell’800 a Roma. Vi fu uno scambio di opere concordato con i Musei Vaticani in cambio del grande mosaico con atleti dalle Terme di Caracalla da lui rinvenuto. Si nota un resto di colonna colossale in porfido, resti di statue di divinità fluviali, un torso di satiro in riposo, copia da Prassitele, atleti, una ninfa su roccia di età ellenistica, divinità, oltre a due pregevoli ritratti, di cui uno attribuibile al periodo antonino, forse Faustina maggiore.

Ci sono infine le sale con i corredi funebri (crocette auree, pettini d’osso, fibbie, spade, armi e accessori) dei Longobardi.

Il sistema museale comunale comprende anche la vicina pinacoteca civica di palazzo Chiericati e il Museo del Risorgimento e della Resistenza a Monte Berico oltre all’adiacente Chiesa di Santa Corona.